“Come una corretta alimentazione aiuta a lavorare meglio”
Deborah Di Agostino è Biologa Nutrizionista e aiuta le persone a migliorare il proprio stile di vita attraverso piani alimentari personalizzati.
In questo colloquio ci guida a comprendere perché una sana alimentazione è importante per lavorare meglio e sentirsi bene, sia a livello intellettivo che fisico, dandoci dei consigli molto pratici.
1. Grazie innanzitutto Deborah per aver accettato questo invito. Oggi con te affrontiamo un argomento di grandissima importanza che riguarda tutti noi: quanto influisce l’alimentazione sulle nostre vite lavorative. Grazie al tuo ruolo cercheremo di capire il legame tra cibo e benessere al lavoro, raccogliendo anche dei suggerimenti concreti. Personalmente avrei bisogno anche io di qualche consiglio (soprattutto ora dopo le feste!). Ma prima di entrare nell’argomento, ci racconti un po’ di te e della tua professione?
Grazie a te Roberto. In effetti, dopo le feste per molti c’è necessità di recuperare, non sei il solo. Per me è un grande piacere avere questo confronto con te, perché ogni volta che si possono diffondere dei concetti e delle informazioni utili alla popolazione in generale e che hanno a che fare con la nostra salute sono molto contenta.
Sono una biologa nutrizionista, lavoro in questo ambito dal 2002. Inizialmente ho lavorato presso uno studio medico di nutrizione e poi, dopo una pausa di qualche anno, in cui mi sono dedicata di più alla famiglia, ho iniziato la mia attività di libera professionista, presso Prisma centro clinico a San Benedetto del Tronto (AP).
Dal 2017 sono socia di AINC (associazione italiana nutrizionisti in cucina), che si occupa di formazione e di divulgazione di principi di nutrizione e sicurezza alimentare. Sono referente per la regione Marche.
Mi occupo di stilare piani alimentari personalizzati in condizioni patologiche precedentemente diagnosticate dal medico, accompagnando la persona in un percorso di educazione alimentare mirato a correggere quegli errori che hanno determinato una condizione tale da richiedere un intervento. Collaboro con diverse figure professionali (cardiologo, ginecologo, gastroenterologo, psicologo…) e personal trainer, perché nel mio lavoro l’approccio multidisciplinare è fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo.
Questo è un aspetto che vorrei rimarcare: credo fermamente nel lavoro di squadra e la visione multidisciplinare è necessaria perché il mondo dell’alimentazione è molto complesso ed articolato. C’è quindi bisogno di mettere insieme in modo coordinato diverse professionalità e competenze.
2. Quanto è importante l’alimentazione per la persona? Se ne parla molto e credo che stia aumentando la consapevolezza di questo. È così?
Si, certamente. L’alimentazione è un tassello fondamentale di quello che si può definire il “puzzle della salute”, è un aiuto prezioso in tutte le fasce di età.
Rappresenta una forma di prevenzione per il sovrappeso e l’obesità e, di conseguenza, di tutte le patologie ad esse correlate, metaboliche, cardiovascolari, endocrinologiche, gastroenterologiche, epatiche. Se pensiamo che secondo l’Atlante delle malattie cardiache e dell’ictus cerebrale, l’alimentazione non corretta e la sedentarietà sarebbero i maggiori responsabili delle morti per malattie circolatorie, cardiache e cerebrali (fonte: Linee guida per una sana alimentazione, CREA 2018).
Ma oltre agli aspetti legati alla prevenzione, mangiare bene è fondamentale per il proprio benessere psico-fisico e per vivere bene la vita di tutti i giorni.
3. Da quello che comprendo, quindi, l’alimentazione gioca un ruolo essenziale anche per affrontare nel modo migliore l’attività lavorativa, qualsiasi ruolo si ricopra. Possiamo quindi parlare in modo specifico di una dieta per il lavoro?
Direi proprio di sì.
L’alimentazione deve garantire i fabbisogni nutrizionali per poter affrontare le prestazioni giornaliere al meglio. Mangiare in modo non equilibrato può essere causa di irritabilità, debolezza e sonnolenza. Per contro, un’alimentazione adeguata migliora le prestazioni sia a livello intellettivo che fisico. La completezza nutrizionale, obiettivo al quale deve puntare una dieta equilibrata, favorisce la concentrazione e la memoria e migliora lo stato d’animo e l’umore.
In ambito sportivo, l’alimentazione permette di recuperare le perdite, riduce il rischio di infortuni e di disidratazione, migliora la concentrazione e in definitiva va ad ottimizzare la performance.
Esiste una crescente domanda specifica da parte di coloro che ricoprono certi ruoli e sono consapevoli che mangiare in modo corretto aiuta le prestazioni. Penso ad esempio ai manager, agli agenti di vendita o a alle persone che hanno un ritmo frenetico e sono chiamate a prendere continuamente decisioni che necessitano di essere sempre lucidi e avere allo stesso tempo energia.
Per esempio, la colazione è un pasto molto importante da non saltare. Non farla o avere un pasto non adeguato ci predispone ad una maggiore debolezza e a mancanza di concentrazione. Un manager che ha a che fare con tante persone durante il giorno e vive sotto pressione, non può permettersi di essere irritabile. Lo stesso vale per un venditore che deve gestire clienti che pongono continue domande, fanno sempre nuove richieste e vogliono sempre più attenzione.
Se non ci sono esigenze particolari, dovute a prestazioni sportive o a condizioni patologiche (parametri metabolici alterati), o ancora a condizioni ponderali che richiedono un intervento personalizzato, allora possono essere utili dei consigli generici.
È chiaro, invece, che per ottenere obiettivi specifici è fondamentale seguire un piano alimentare personalizzato, ovvero strutturato sulla persona, tenendo conto di tutte le caratteristiche fisiche, fisiologiche, antropometriche così come lo stile di vita e le abitudini.
Un po’ come un vestito fatto su misura. A me piace molto paragonare la dieta ad un vestito fatto “su misura” perché rende bene l’idea. Se nell’acquistare un vestito non lo si prova e non lo si fa modellare sulla persona, con le dovute modifiche, si rischia di tenerlo nell’armadio e di non utilizzarlo; altrimenti, se l’abito viene modellato sulla persona, quando viene indossato dà un senso di benessere e di soddisfazione. Il discorso della personalizzazione è fondamentale soprattutto quando ci sono richieste di impegno maggiore (sia livello fisico che intellettivo).
4. Molto interessante il riferimento ai manager e ai venditori. Quindi ci sono persone che legano l’esigenza di una certa alimentazione al proprio lavoro?
Sì, come dicevo è una tendenza sempre più forte. Persone che sono molto assorbite dal lavoro sanno che la loro qualità della vita passa anche attraverso la qualità con cui affrontano le giornate lavorative.
Nella mia attività aiuto molti professionisti che vivono intensamente i loro impegni e sono soggetti a frequenti spostamenti.
Ad esempio, in alcuni casi ci sono persone che devono fare viaggi all’estero e cambiare paese, con fusi orari diversi, nell’arco di pochi giorni. In questo caso il corpo ha poco tempo di abituarsi e si rischia di andare ad alterare alcuni equilibri fisiologici e quindi bisogna tenerne conto nel piano alimentare.
Allo stesso modo, coloro che sono sempre in viaggio e hanno poco tempo per fermarsi per il pranzo, spesso mi raccontano che arrivano a quel momento con una fame eccessiva e si concedono un primo piatto magari abbondante. In questo caso può esserci il rischio di eccedere con i carboidrati, che non compensati da altri componenti, causano uno stato di sonnolenza o mancanza di concentrazione.
Alcuni, invece, si organizzano per evitare comportamenti alimentari scorretti. Caricano sul proprio smartphone il piano alimentare personalizzato che abbiamo elaborato e lo presentano al ristorante di fiducia dove sono soliti fermarsi, facendosi preparare il menù previsto quel giorno.
Altre volte c’è anche un’assistenza telefonica. Ma le situazioni sono veramente tante.

5. Questi esempi sono molto esplicativi. Mi viene in mente di approfondire questo aspetto in futuro.
Concentrandoci ora su coloro che non hanno necessità specifiche, hai accennato che possono essere dati dei consigli generici, utili a situazioni lavorative diverse. Possiamo fare qualche esempio?
In linea generale, cercare di fare un’alimentazione completa significa:
– iniziare la giornata facendo colazione, (cosa che ancora molti non fanno) dedicando il giusto tempo a questo pasto che andrebbe fatto in casa, prima di andare a scuola o al lavoro.
– Fare degli spuntini adeguati, che aiutino a non caricare i pasti principali e (in funzione di ciò che si assume) a gestire meglio la fame. Se passa troppo tempo tra un pasto e l’altro si può interferire con la capacità di concentrazione.
– Incentivare il consumo di vegetali (frutta e verdura) e legumi, con preparazioni che prevedono il loro utilizzo (creme di verdure per condire il primo piatto o per iniziare il pasto, humus di ceci e piatti unici a base di legumi). In questo modo, oltre a fornire minerali, antiossidanti e vitamine, si va ad incrementare il consumo di fibra, che è un modulatore degli assorbimenti (aiuta ad assorbire meglio quello che assumiamo con il pasto, carboidrati e grassi), rappresenta un nutrimento per il nostro microbiota (la cui salute è collegata al benessere di tutto l’organismo), aumenta il potere saziante e aiuta la regolarità intestinale.
– Prestare attenzione ai metodi di cottura (cercare di limitare le perdite di vitamine e minerali).
– Ridurre eventuali eccessi di zuccheri aggiunti, cibi preconfezionati, ricchi di sale e conservanti. In cucina è consigliabile l’uso di spezie e aromi che migliorano l’appetibilità delle preparazioni e consentono la riduzione del sale.
– Attenzione alla provenienza degli alimenti, intesa come conoscenza del percorso e dei trattamenti utilizzati per la produzione e conservazione.
– Variare la scelta degli alimenti e delle categorie alimentari secondo le indicazioni delle Linee giuda per una sana alimentazione (CREA -Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione- 2018). Importante, questo, sia per evitare di accumulare sostanze indesiderate, sia per un discorso di sostenibilità. Lo stile alimentare su base Mediterraneo è quello che ha ricevuto negli anni i migliori consensi dalla comunità scientifica, sia nel prevenire malattie cronico-degenerative che nel favorire la longevità, ma anche da un punto di vista psicologico nel soddisfare l’aspetto sensoriale (mangiamo anche con gli occhi) e conviviale. Tra le altre cose, pone l’attenzione sulla conservazione della cultura del cibo, della biodiversità e della conoscenza degli alimenti locali. È uno stile alimentare semi-vegetariano, al contrario di ciò che comunemente si pensa visto che, quando si nomina la dieta mediterranea, molti pensano al piatto di pasta asciutta.
– È importante avere un occhio alla spesa e al carrello, controllare, quindi, le etichette nutrizionali, dove sono riportate molte informazioni relative al prodotto, che aiutano nella scelta.
– Evitare di saltare i pasti e cercare di farli ad orari regolari, quando questo è possibile in funzione degli impegni lavorativi.
6. Grazie Deborah. Sono consigli molto preziosi e concreti, che dovrebbero essere un mantra per tutti noi. Dovremmo fare una check list di tutto questo e spuntare i comportamenti che abbiamo e quelli da migliorare (scusa ma è deformazione professionale…). Spesso molte cose le sappiamo ma poi non siamo così bravi a metterle in pratica. Però, se penso si benefici che hai elencato, mi viene subito da fare un piano operativo come quando si lavora in azienda su qualsiasi progetto.
Questo può essere un suggerimento di metodo. Come dicevo all’inizio, mi piace pensare all’alimentazione come ad un tassello del “puzzle della salute”, di cui fanno parte anche il sonno, l’idratazione e l’attività fisica. Per fare un esempio: è un po’ come il fuoriclasse, il fenomeno di una squadra di calcio, che fa sicuramente la differenza in campo ma che per vincere ha bisogno del gioco di squadra, ha bisogno di altri tasselli importanti. Ecco perché quando si parla di dieta è essenziale allargare il discorso allo stile di vita, il che significa cercare di garantire un riposo adeguato, assicurare la giusta idratazione e dedicare del tempo all’attività fisica (combattere la sedentarietà in tutte le fasce di età è davvero una sfida importante; ci sono molti studi sui danni provocati dalla mancanza o riduzione di movimento conseguenti alla pandemia).
Significa anche dare al cibo il giusto ruolo di nutrimento, di convivialità e condivisione di sensazioni positive, non di consolazione di stati d’ansia, di incertezza e di preoccupazioni.
Verissimo e illuminante per certi versi. Questa ultima frase credo sia l’invito perfetto che possiamo fare ai nostri lettori per approcciare in modo corretto il cibo.
In conclusione, Deborah, se volessimo sintetizzare, mangiare in modo sano significa lavorare con maggiore concentrazione, serenità, energia, migliorare l’umore e le nostre prestazioni. Una corretta alimentazione ci fa stare meglio, sia con noi stessi che con gli altri, perché ne beneficiano anche le relazioni. E tutto il gruppo ne trae giovamento. Senza dimenticare il vantaggio di prevenire malattie e problemi di salute di diversa natura.
Infine, vorrei evidenziare altri aspetti che hai sottolineato, come l’invito a leggere l’etichetta e come il nostro comportamento alimentare abbia un impatto sulla sostenibilità. E qui si aprono altri scenari.
Bene Deborah, ti ringrazio molto della tua disponibilità e dei suggerimenti che ci hai dato. Spero che rappresentino un valido stimolo per chi ci legge.
Un’ultima cosa. Visto che hai accennato alla dieta per il manager e per il venditore, ti chiedo se pensi possiamo fare una “seconda puntata”. Sarebbe stimolante affrontare questo argomento in modo specifico a favore di coloro che ricoprono ruoli di responsabilità. Ruoli che richiedono un forte impegno sia fisico che psicologico, molte ore di lavoro e anche frequenti spostamenti sul territorio. Che ne pensi?
Con molto piacere Roberto, la mia esperienza mi dice che sempre più professionisti sono alla ricerca di un corretto equilibrio alimentare in relazione alle prestazioni richieste. Basti pensare agli esempi che ho descritto prima.
Bene. Quindi è un piacevole arrivederci su questo tema.
Grazie ancora Deborah e per chi volesse approfondire ricordo volentieri la tua pagina facebook https://www.facebook.com/deborahdiagostinonutrizionista e i tuoi riferimenti: 3497579500 – deborahdiagostino@libero.it – Prisma centro clinico C.so G. Mazzini, 279 –San Benedetto T.